“E dunque la morte non è nulla per noi, che quando ci siamo noi non c’è la morte, e quando c’è la morte non ci siamo noi.”

 

 

Non so perché, ma quando si parla di Dark Souls, tutti si sentono in dovere di sottolineare l’alto livello di difficoltà. La cosa non mi piace, perché sembra relegare la serie a una nicchia di duri e puri. Dark Souls non è una medaglia da appuntarsi sul petto per mostrare di essere dei campioni dei videogiochi: Dark Souls è invece una serie di giochi bellissimi, da godersi senza ansia da prestazione o esibizionismi di sorta.

Ds e Ds 2 (appena uscito per ps3 e xbox360, dal 24 aprile per pc) si possono definire dei giochi di ruolo incentrati sull’azione, ma sono giochi sui generis. Non sono un vero gioco di ruolo per molti versi, che il tuo personaggio non parla mai, né hai quest da completare. Ma allo stesso tempo il primo Ds è uno dei giochi con l’ambientazione e la storia più affascinanti che ho giocato. Il tutto però viene narrato in maniera sottile, attraverso le descrizioni degli oggetti e l’interazione con gli npc (non sempre affidabili!), e serve molta attenzione per capire il senso vero delle azioni compiute dal tuo personaggio – sempre che ce ne sia uno solo, che molte cose sono aperte a più interpretazioni.

Il sistema di combattimento, preciso e affidabile, è per me è uno degli elementi più positivi della serie, ma non aspettatevi un gioco pieno d’azione in cui fate saltare in area orde di nemici à la Diablo: il combattimento è decisamente più lento e cauto. Non puoi sottovalutare nessun nemico, se non vuoi morire. La morte ha conseguenze significative: torni all’ultimo check point (falò), spesso distante, e perdi tutte le anime (che fungono sia da valuta sia da punti esperienza) non spese. Se riesci a tornare dove sei morto senza morire le recuperi, se no sono perse per sempre.

Questo sistema, decisamente punitivo, e le numerose trappole e imboscate di cui sono pieni i giochi,possono essere causa di frustrazione e hanno alimentato il mito di un gioco assurdamente difficile. Più che altro, è un gioco che va capito: devi renderti conto che non puoi sottovalutare niente e nessuno, che la morte può essere sempre dietro l’angolo. Il mantra sul fo.Orum è che in Dark Souls non è il personaggio che livella, ma il giocatore. Una volta che sei conscio dei tuoi limiti e hai capito come affrontare il gioco, una volta che sai reagire alle morti senza scoraggiarti, allora la serie non è più impossibile come sembrava. Rimangono dei giochi con alcuni momenti molto tosti, ma che sai che alla fine riuscirai a superare, con grandissima soddisfazione!

È difficile riassumere a parole il fascino di questa serie. Per prima cosa, sono giochi fatti con cura. Poco o nulla, anche delle cose minori, è lì per caso.Le ambientazioni colpiscono l’immaginazione e le musiche evocative aiutano a immergersi ancora di più nel ruolo di questo non morto che lotta per mantenere il senno e forse porre fine alla maledizione che ha colpito il mondo . È un gioco pensato per essere giocato in single player, ma puoi interagire con gli altri giocatori online evocandoli (o facendoti evocare) per affrontare i boss o invadendoli per ucciderli! Puoi lasciare messaggi per terra per aiutare (o ingannare) gli altri giocatori: è sempre bello vedere le macchie di sangue-segno che qualcuno è morto lì- di recente vicino ai messaggi “prova salto” posti sull’orlo di un precipizio! Può sembrare strano a dirsi, ma le ombre semitrasparenti degli altri giocatori online in quel momento, che a volte intravedi per pochi secondi, contribuiscono a creare un senso di comunità: sai che qualcun altro, in quel momento, sta provando ad affrontare assieme a te le stesse sfide e si sta scornando sugli stessi ostacoli.

Il secondo gioco, uscito da poco come dicevamo, è un piccolo ma significativo passo in avanti per la serie. Ovviamente, per chi ha già giocato al primo (o magari anche a Demon’s souls, il vero capostipite della serie) non avrà lo stesso impatto del primo gioco, di cui riprende le atmosfere e buona parte delle meccaniche. Ma i piccoli miglioramenti adottati per il nuovo gioco, come un sistema di combattimento più aperto a diversi stili di gioco (ora si possono usare due armi), lo rendono un gioco migliore. La filosofia del gioco è rimasta la stessa, forse con meno momenti bastardi, o forse tutta l’esperienza maturata nel primo ds mi è servita. Il punto veramente dolente è che credo che ci siano dei problemi per le invasioni online (non sono MAI stato invaso da altri giocatori, se non in alcune aree specifiche), ma spero che questo problema possa essere risolto in futuro. Per chi si avvicina ora alla serie, il secondo dark souls è per me il punto di ingresso naturale. Vero, vi perderete alcune piccole cose (una delle cose affascinanti di dark souls 2 è capire se e come sia collegato al primo), ma allo stesso tempo la comunità online è molto più attiva. In più, del primo Dark Souls si sa oramai tutto. Per il secondo invece, stiamo solo iniziando a esplorare tutte le possibilità del gioco e a interpretare la storia, La discussione è pertanto molto attiva e c’è una possibilità reale di dare il proprio contributo, anche sul Fo.Orum  , nella thread con più tag spoiler nella nostra storia! Registratevi  (se non l’avete ancora fatto) e esplorate con noi Drangleic!

by VESPER