III Raduno – La mia prima volta

Sono le 15.00! Il campanile della vicina chiesa rintocca ininterrottamente sotto un cielo plumbeo, quasi ad annunciare l’arrivo del primo pericolo. Il bronzo della campana non ha ancora smesso di vibrare quando, da sotto il porticato che conduce all’Evolution, spuntano strani tipi in nero. Avanzano lenti guardandosi attorno, come famelici felini in cerca di carne fresca. Come attirati dall’odore di silicio delle CPU, i loschi figuri entrano nella piccola stanza rettangolare, e in perfetta fila indiana iniziano a presentarsi al sottoscritto, confuso e intimorito, prima di scivolare davanti ad un PC. Un elenco incalzante di nick e nomi mi confonde le idee, così solo dopo qualche minuto capisco che sto accogliendo niente popo di meno che… la FAmigghia!

Si susseguono gli arrivi, c’è da subito un poco (!) di confusione e 7ede, che aspetto in mio aiuto e che è già in ritardo di 15 min, mi telefona candido: ‹‹colpa di Gnaffo: è arrivato ora. Lo porto a fare il “check in” in albergo e arrivo… ››. Io intanto guardo i volti dei nuovi venuti: mi si presentano cordiali poi urlano e si salutano festanti… non mi ricordo neanche più cosa ci faccio in quel posto. Così il III Raduno.O prende vita, le sfide ai PC rompono gli indugi, volano i primi sfottò e tutti si diventa amici fino a quando…
Qualcuno sposta un paio di tavolini e prepara un piccolo buffet… Focaccia! Inizia l’apocalisse, i giocatori che fino a quel momento ballavano sulle sedie per continuare a giocare piuttosto che far pausa pipì fiutano il cibo. Occhi rossi senza pupille spuntano dagli angoli bui e si avventano sul banchetto, alcuni iniziano a gridare “Cecchino!” “Granata!” “Tedesco!!!” nella speranza che lo scompiglio generale gli permetta di raggiungere l’agognato boccone ligure procacciato dalla Aya & Skazzo Family. Un turbinio di mani assale i tavolini, persino il malaticcio Snuffo si risveglia dal torpore febbrile. Volano tre ore e uno svizzero 7ede (solo quando gli conviene) improvvisa una sirena per segnare la fine della LAN in vista della partita di calcetto… ma siamo ancora all’E-volution che ZioFester manifesta la sua professionalità sportiva: inizia il riscaldamento.

Il teletrasporto ha inizio, sfondiamo la porta dello spogliatoio, ci cambiamo alla Superman e corriamo in campo. La partita: “Torino e Dintorni” contro “Resto Del Mondo”. Noi (TO) partiamo bene, arriviamo ad avere un vantaggio di 4-5 goal, poi fatichiamo a mantenerne appena uno, giusto per vincere. Il più della partita si svolge con un Gnaffo che con palla al piede fa quel che vuole, un Neme tutto polmoni ed un Handor che pantomima il ruolo del portiere, dando spettacolo con tuffi improbabili e parate notevoli. Video e foto del giorno dopo consegneranno agli annali la partita che si è giocata sulle panchine, tra commenti tecnici e interviste improbabili. Infine stremati, gli atleti si trascinano negli spogliatoi e si infilano sotto docce “inlavabili” (chi ne ha provato la temperatura sa a cosa mi riferisco). Fortunatamente i fisicacci appesantiti da lavoro d’ufficio e focaccia fuori orario, duramente provati, non permettono agli animi dei vincitori di infierire, ed a quello dei vinti di cercare vendetta.

Segue una lentissima migrazione, verso il ristorante, dove la mia allergia mi rende subito “diverso”, una possibile preda in mezzo ad un’orda famelica. Appena tutti son seduti, giunge un’unica, solitaria pizza, tutta per me. Mi accorgo subito che la cosa non viene presa bene dal resto dei commensali, non so quale sia stato il segnale, forse la bavetta del bepi sulla mia spalla destra? O la zucca impugnata a mo di clava da Neme? …ma l’arrivo delle pizze anche per il resto del tavolo mi mette in salvo da un possibile “torrettamento”.
Sky tiene banco per tutta la cena con un continuo scambio di frecciatine tra lui (“pelato!”) e 7ede (“nano!”). ZioFester tenta di spiegare che lavoro fa, ma in realtà gioca la carta “Mille dubbi di Hokuto”, confonde le idee ai commensali e si aggiudica una doppia porzione. Handor intrattiene i vicini e ogni volta si ritrova senza la sua porzione di pizza, non avrà mangiato nulla… ma ha riso un sacco soprattutto ad immaginare come dare il portachiavi a Snake. Doc_Karn che… doc_karn… Doc_Karn… Doc_Karn prende botte da Sky, si questo lo ricordo.

La serata volge al termine, esco con gli ultimi e fuori dal ristorante troviamo una luuuuuuunga fila di persone. Dopo un po’ di coda scopriamo che la diligente processione arriva sin davanti ad Ayakuccia. Aya non nega un suo bacio di commiato a nessuno, e soprattutto nessuno rinuncia ad un suo bacio sulla guancia: lei saluta tutto il branco, li bacia tutti, uno a uno li bacia (tranne uno). Il suo EGO assume dimensioni tali che la pioggia non la bagna. 7ede e Skazzo faticano non poco a salire in macchina… l’ego di Aya, e soprattutto Gnaffo, lasciano ben poco spazio nella piccola Clio.

Fino a qui giunge la mia testimonianza diretta. Cade la pioggia, le ultime macchine abbandonano il parcheggio… ma ancora oggi si mormora che, nelle notti fredde e umide ai piedi del Castello di Rivoli, una Mercedes stracolma di FAmigghi si fermi per chiedere all’ignaro indigeno:‹‹ scusi, per la tangenziale? ››