La CoOmmunity invita tutti i suoi amici a rispettare i provvedimenti imposti e consigliati per fronteggiare l’emergenza “Coronavirus”.
Lo diciamo con estrema serietà, ma anche sapendo che per noi videogiocatori dovrebbe essere più facile, e persino anche piacevole, dover stare a casa.
Tanti di noi sono informatici e sanno quanto un virus può far male. E può far male anche dentro un videogioco: in tanti hanno ricordato in questi giorni il contagio del “Corrupted Blood” in World Of Warcraft. In questo articolo di Eurogamer.it si racconta come quella famosissima vicenda sia stata addirittura studiata per ricavarne modelli matematici e analisi comportamentali molto utili e difficilmente reperibili a costi così bassi (le vittime erano solo personaggi di un videogioco).
Ma vogliamo proporvi anche un punto di vista più nobile e altruista. Potremmo affrancare definitivamente ciò che di negativo ancora porta con sè la parola “videogiocatore”… sfigato, solitario, nerd…
Questo è il nostro momento!
Nel nostro piccolo possiamo essere utili.
Possiamo raccontare ad amici e compagni di classe che si può giocare assieme e divertirsi anche da casa, bastano cuffie e microfono.
Possiamo aiutare professori e colleghi a trovare strumenti nuovi per collaborare: perchè le lezioni non potrebbero svolgersi su Discord e Twitch? Google Drive e Skype?
Siamo mediamente più esperti e smanettoni degli altri… facciamo un passo avanti!
E magari potremmo anche riuscire a renderci utili raggiungendo chi è costretto in quarantena, mitigando con una partita a qualsiasi gioco la solitudine di chi aspetta il tampone negativo.
Ma se anche non abbiamo tutto questo slancio, bhè, questo è il momento di nerdare da casa senza vergogna.
“Gioco più che posso ma non ringraziatemi, faccio solo la mia parte nel rispettare le indicazioni del Governo”.