Nelle lande desolate di Umiganar, dove il sole sorge rosso e tramonta nero, dove i demoni di HateHell saccheggiano indisturbati i deboli villaggi di Amifte e i predoni Manakar fanno scempio dei superstiti; nelle valli di Montagan, dove il sole non sorge e il freddo tutto avvolge e tutto spegne; nei Reami Yun’elham, dove il vecchio e ottuso Gnugnu-gor regna senza senno e il popolo che fu di Qatakar Misericordioso è ridotto in miseria e povertà ; nelle Lande dei Laghi Tempestosi, dove i boschi furono sradicati dalle tempeste e dai Titani della genia di Janghebar il Pazzo e dove le tribù di Nanlag si stanno dissolvendo in guerre fraticide… In queste terre governate dal caos e dalla distruzione, dalla tragedia e dalla solitudine, dalla noia e dall’abbandono, dal pessimismo e dal fastidio, dall’ira e dalla vendetta, dalla collera e dalla violenza, dal sadismo e dalla ferocia… In queste terre che un tempo furono sede della distruttiva prosperità di Cenarius figlio della fame, in queste contrade dove si dispersero paladini ed eroi, re e regine, fanti e cavalieri, maghi e sorce… hemm sacerdotesse… In questa terra straziata dal fetido marciume delle carni di coloro che morti si ribellarono alla natura, e vennero inghiottiti nei pozzi profondi di Ondul e nelle paludi di Jakenar, falciati dalle lame dei Narnael e falcidiati dalle pestilenze che loro stessi produssero… In questi territori di puro, genuino e angosciante strazio, IO, nipote dello zio Ulginn, amico e basta di Thrall, cavalcai il mio possente lupo e brandii il mio enorme martello, violentai Elune (penso per la millesima volta) e conquistai terre vaste e castelli imponenti… e sebbene un infido, subdolo, meschino e infingardo sassolino nel fianco rallentò la mia assoluta ascesa… LO SCETTRO DEL REGNO SFIGA FU MIO. E non vi dico cosa raffigura lo scettro e dove, l’iscrizione su di esso, suggerisca di infilarselo per sommo dolore e deprimento. Scritto quando i calcoli renali mi relegarono al comando dei miei eserciti…