Il tono della narrazione è apparentemente “epico”… ma in questi casi non può bastare un semplice: “E vabbè è finita!” … un po’ va condito ‘sto evento. Quindi bando alle ciance, “come tutto ebbe inizio“, così vide la luce, e il primo vagito del nuovo nato fu opera di Gnaffo, che decideva di iniziare un primo conteggio degli o.O su Hattrick.
Sembra passato un secolo, e “internettisticamente” parlando è vero: 6 anni sono davvero tantissimi. L’inizio si perde nelle nebbie del mito, e man mano che ci si è organizzati ed il gruppo è aumentato si sono toccati picchi elevatissimi di raro divertimento.C’è chi ha esplorato a fondo il gioco, spingendosi come un avventuroso esploratore fino in medio oriente o in nord Africa. Chi ha vissuto derby di fuoco in famiglia. Non famigghia, ma famiglia proprio. Chi ha trasformato un piccolo ufficio a Carmagnola in un’infuocata “bombonera”. Chi ha crudelmente separato due bimbi alla nascita facendone due bandiere in squadre separate, un po’ come i fratelli Baresi che solo i più anziani ricordano: i fratelli Raucci invece li conosciamo tutti, e sappiamo bene che Luca fu un po’ più forte di Edoardo C’è chi ha vissuto in maniera “romantica” l’epopea hattrickiana, comprando e schierando giocatori in modo che “suonassero bene”, o perché avevano il nome simpatico: giocatori come Plutarco Zapata e soprattutto Erwin Pene avevano schiere di tifosi(e)!!! Chi si faceva comprare i giocatori dalla moglie, e poi non li rivendeva perchè non voleva che lei ci restasse male. Chi ha raggiunto livelli molto alti di conoscenza del gioco (vedi la JuveGondor di Faramir, che zitto zitto bazzica la III serie in posizioni di alta classifica, e se non ricordo male una volta si candidò pure per la guida della nazionale azzurra – o forse era come scout?). E chi ha raggiunto invece livelli molto bassi divertendosi non meno degli altri, perché noi siamo o.O e a giocare insieme ci divertiamo sempre e comunque.
E come non ricordare la casualità assurda e MERAVIGLIOSA di avere ben DUE squadre (Torbig e il Degurdì di Maloghigno) nello stesso campionato, e beccarsi insieme nello stesso campionato di VI serie fu una coincidenza pazzesca (c’erano 1024 campionati diversi, e loro erano finiti nello STESSO!!!!). E lì erano punti PESANTI, altro che amichevoli. E fu tintinnar di tacchetti, e scricchiolii di tibie, e sangue a tingere l’erba!
La parte più divertente era quella delle amichevoli tra di noi, perché diciamolo chiaramente: vincere o perdere sono due facce della stessa medaglia, e alla fine non ci cambia granché; quello che era diverso era poter SFOTTERE gli amici per le batoste che rifilavamo loro, e il massimo era farlo MENTRE li si guardava in faccia. E per questo a Torino ci fu anche qualche raduno hattrickiano: si organizzavano solo partite tra i vari o.O team e si seguivano le varie cronache assieme davanti a una pizza, pizza “a domicilio”, che il più delle volte arrivava fredda. E noi senza posate. Davanti ad uno schermo ad aspettare che comparisse quella fatidica riga di testo. Era il regno della pretattica, e c’era gente che prima dichiarava di schierare le riserve, e poi ti infilava i titolari a tradimento, ti rifilava 6-7 pappine minimo, e godeva come un riccio. Se ne fregava del campionato, mettendoci i bimbi, teneva i titolari per la sfida infrasettimanale degli o.O.
Immancabilmente il fair play lasciava il posto a lanci di brandelli di pizza, gesti dell’ombrello all’avversario che ci aveva appena sbagliato un rigore contro, o spernacchiate all’amico a cui avevamo appena spaccato il giocatore migliore compromettendogli definitivamente il campionato: “oh, come mi dispiace, ma si vedeva che quella fighetta era un po’ fragilina, dovresti comprarli più robusti sai?”, il tutto mentre un altro si malediceva per aver dimenticato di fare la formazione e perciò perdeva a tavolino. Poi a fine serata ognuno si “bullava” dei suoi campioni mostrandoli ai compari e descrivendone le abilità come se si trattasse delle più preziose tra le opere d’arte. E poi la o.O Cup, con la prima squadra prima e con le giovanili poi.
Poi, intorno al 2009, il fisiologico calo: a qualcuno il gioco non piaceva più per i troppi cambiamenti degli ultimi tempi, o per via di qualche crash di troppo, o più semplicemente perché la passione, come naturale, era scemata, e nuovi giochi spuntavano all’orizzonte. Fisiologico ma un po’ triste. Hattrick stesso ha iniziato una lunga flessione, passando dal quasi milione (!) di utenti del 2006, a poco più dei 700.000 attuali.
“Oggi chiudiamo l’area Hattrick del Fo.Orum, dopo sei anni da raccontare, fino alla fine, fino in fondo. Fino al 90esimo, e oltre, fino alla comparsa delle statistiche del secondo tempo.“
Gli o.O sopravvissuti continueranno a giocare imperterriti, e io stesso mi meraviglio di quanto mi diverta ancora dopo più di 6 anni di gioco. E non è poi così raro, come mi è capitato, arrivare in un ufficio e scoprire che vi sono giocatori di HT, che passano il tempo a discutere di tattica, di trequartisti e dell’importanza dell’attacco sulle fasce; e ascoltarli, e lasciarsi scappare un sorriso in ricordo dei bei tempi. Oppure, come mi è capitato!, beccare un amico che su Skype vi racconta, tutto emozionato, che ha scoperto come il suo nuovo vicino di scrivania sia stato addirittura un anno in serie A (che è un po’ l’equivalente a, che so, conoscere il sig. Blizzard in persona per un giocatore di StarCraft!!!).Resta, a ricordo degli anni d’oro, la sezione dedicata ad Hattrick di questo nostro Sito.O . E, a chi l’ha vissuta, una bella e divertente esperienza, che per qualcuno continua ancora.