Inizia qui un racconto, un racconto fantastico, un racconto di un regno chiamato Discordia.

Discordia è abbarbicata su di un monte, un monte quasi introvabile se non si hanno le determinate indicazioni o inviti. Servereth, questo è il suo nome, pieno di regni unici. Discordia è lì, in cima.

L’attuale Re di Discordia è sua maestà AKingWithoutAKingdom. Giusto e buono, di umili origini, la sua famiglia si arricchì con la coltivazione e la produzione di zappe e aratri. Erano giorni fausti per il regno, l’ingloriosa guerra era finita da ormai dieci anni e sul nostro monarca non pendeva alcun malcontento, nessun logorio o maleficio. Il popolo era felice, le coltivazioni crescevano rigogliose, le nascite erano in aumento. Discordia era tornata ad essere IL PARADISO.

Solo i più anziani si ricordavano dei motivi che portarono alla sanguinosa guerra nelle loro lande.

Qualcuno, aveva avvelenato il fiume principale, compromettendo i raccolti e costringendo la popolazione a grosse vessazioni. AKing arrivò come la manna dal cielo portando con sé la soluzione ad ogni problema e le provviste necessarie per sfamare la popolazione, ormai al limite. Malgrado egli offrisse i suoi servigi, il Re gli negò il permesso di attuarli. AKing vedendosi rifiutato, detronizzò il sovrano, sfamò la popolazione e abolì le gabelle per ben due anni.

 Le scale della zona notte del castello erano strette e ripide, si diceva che il vecchio Maloghigno le avesse fatte costruire tutte così per evitare complotti ai suoi danni da parte di nobili e servi che potevano sostare negli androni per scambiarsi informazioni o piani di ogni sorta.

Un’ombra scendeva le scale. I lunghi capelli scuri erano coperti da un’infula slacciata sul collo ingiallita negli anni dal sudore. Non se li era mai tagliati e nemmeno spuntati. Erano un vanto e un segno di vittoria sui suoi nemici, mai se li sarebbe tagliati, se non per sconfitta. Era questo il significato che avevano i capelli per Crisped, detto il prescelto, primo cavaliere del Re, colui che solo poteva sapere di che colore avesse gli occhi il sovrano, di quanto lezioso fosse il pizzo che adornava le maniche del suo vestito e il profumo che emanava. Era la sua fidata guardia del corpo. Il rumore metallico della sua armatura leggera precedeva sempre il suo arrivo. I gambali allacciati, l’elmo tenuto al fianco sinistro dal medesimo braccio. La ventaglia, gli spallacci e il mantello minuziosamente allacciati, la brigantina riccamente definita. Appesa al fianco, agganciato alla cintura in cuoio, la sua araldica intrecciata con quella di Discordia. La spada nera a due mani era infoderata alla cintola, sul fianco sinistro. Destrorso, si diceva che fosse l’uomo più veloce del paese a sfoderare la lama. A chiunque altro sarebbe pesata quell’arma, ma a lui no.

Il prescelto era agile nello scendere le scale come sempre. Raggiunta una porta in noce, vi posò sopra le nocche, bussando deciso interrompendo un gemito, un lamento e poi un pianto. Visibilmente spazientito l’uomo non oso aprire la porta ne varcarne la soglia. Un suono meccanico e la porta si aprì, una donna paffuta e ben vestita, come si confà a una dama, lo guardò con aria torva.

<< Ha mangiato? ha messo l’abito che le ha mandato? dille di sbrigarsi, la sala grande l’attende. Lui odia attendere.>> la donna schioccò la lingua sul palato come se cercasse, aumentando l’aria nei polmoni, di parlare dopo un lungo sospiro.

<<E’ dimagrita molto, le stiamo allacciando il corsetto. La principessa sarà in sala non appena la calendula sgonfierà i suoi occhi e la melissa calmerà il suo animo…>> il cavaliere non sembrò minimamente dispiaciuto, nei suoi occhi scuri non vi era alcun barlume di pietà. Non vi era mai stata per nessuno.

<<Obbligala. Il Re attende.>> la dama aldilà della porta vide il grosso drappo bianco di lana con lo stemma reale, due grossi cerchi neri in campo bianco, frusciare alle spalle dell’uomo appena questo pronunciò quelle parole incolori, riprendendo le scale scomparendo ai suoi occhi. Ella richiuse la porta ed entrambi ripresero le proprie mansioni.

<< Principessa Cirilla dovete andare…>>.